Con pochi decenni di petrolio ancora davanti, torna prepotentemente alla ribalta il nucleare che aveva subito una brusca battuta d'arresto dopo l'incidenti di Chernobyl in Ucraina.
Energia pulita, infinita e a basso costo nochè con bassissime quantità di gas emessi in atmosfera..
Eppure c'è un però..
Un però che può costare molto caro, non solo in termini ambientali.
Innanzitutto forse pochi sanno che il combustibile (le barre di uranio) vanno sostituite ogni sei mesi, con delle nuove barre.
Quelle sostituite mantengono un calore così intenso da dover essere raffeddate prima in vasche d'acqua annesse alla centrale continuando ad emettere raggi alfa, beta e gamma e poi sottoposte in appositi impianti ad un trattamento chimico per la separazione dei vari elementi.
Una parte dell'uranio non trasformato dalla fissione viene recuperato mentre vi è un accantonamento del plutonio e delle altre scorie.
Scrive Carlo Rubbia nel suo libro intitolato "Il dilemma nucleare": "si apre a questo punto il grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, macinati, pressati, triturati e vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofgi in miniatura.
Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità sottereanee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo.
Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, poichè queste scorie saranno attive per millenni. La sicurezza assoluta non esite più: i cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombaradmenti, atti di sabotaggio...a mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente."
"E' l'invisibilità del danno a rendere la tragedia più drammatica".
Non voglio essere il solito bastian contrario a cui non va bene niente o l'allarmista o quello che la porta nera, ma tutt'oggi il problema dello stoccaggio dei residui radioattivi è un problema mondiale.
Personalmente credo che è necessario potenziare al massimo le vere energie rinnovabili (solare, eolica, geotermica, idroelettrica, delle maree) guardando per ogni luogo le potenzialità di cui dispone.
Non è più tempo di costruire enormi centrali bensì di localizzare e produrre l'energia che serve all'interno di ogni singolo abitato, come già avviene in una cittadella sperimentale in Germania.
Tutto questo richiede il risparmio dell'energia e la minimizzazione degli sprechi in palese contrasto con la società consumistica di cui facciamo parte e che con tutta probabilità non accetterà finita l'era del petrolio di passare a questa fase di rinnovabilità..
L'ossimoro Sviluppo sosteniblie è destinato a diventare un "finchè la barca va.." che tanto come ci ricorda Rubbia, pensiamo che non ci saremo più per rispondere personalmente dei danni che abbiamo causato.