sabato 3 novembre 2007

Ediliziare: una denuncia “antiedilizionista”.

Il nostro itinerario alla scoperta del nuovo “sacco di Mestre” può partire da un luogo simbolo della voracità di spazio che necessità questa città in continua espansione, la quale tocca ormai i 200 abitanti: cioè da Carpenedo.
Carpenedo infatti, fino alla fine del XIX secolo era un paese a se stante, distante meno di 2 chilometri dalle mura di Mestre nella seconda metà dell’ ‘800 si decise di realizzare l’attuale viale Garibaldi col fine di congiungere Mestre centro a Carpenedo.
La storia ci ha insegnato che al bel viale alberato (pensato come un boulevard per l’epoca), si affiancassero durante il dopoguerra e fino alla seconda metà del ‘900 i palazzi che tutt’ora si affacciano sul viale e che hanno determinato l’unione (o inglobamento?) definitivo di Mestre a Carpenedo.
Carpenedo tuttavia rimane ancora oggi un luogo “verde” rispetto al resto di Mestre, in quanto la vicinanza con ciò che resta del bosco che da il nome al paese (ora quartiere di Mestre) e la presenza di numerose ville, lo rende tutt’ora un posto tutto sommato vivibile, opaca memoria d’un passato veneto che riconosceva nella villa e nei suoi tesori, il nucleo della sua storia e della sua cultura.
L’itinerario dunque parte da piazza Carpenedo, alla fine di viale Garibaldi (per quanti provengono da via Palazzo o dalla parte della torre dell’orologio del castello di Mestre), restaurata da pochi anni, sulla quale si affaccia la chiesa dei ss. Gervasio e Protasio.
Girando a destra imbocchiamo via trezzo, la strada che conduce sul Terraglio ossia la statale (la cui direttrice risale al medioevo) la quale porta a Treviso passando per i paesi di Mogliano e Preganziol.
Via trezzo (FOTO DA CIMG 2761 A FOTO CIMG 2777) oltrepassato il passaggio a livello con annessa fermata del treno, è una strada fiancheggiata da entrambe i lati da numerose ville (più o meno antiche) con meravigliosi giardini, fatto eccezione per l’ultimo tratto in direzione del Terraglio, il quale presenta il muro di recinzione della caserma dell’esercito e alcuni anonimi condomini sul lato opposto.
Giunti sul Terraglio attendiamo il verde al semaforo e svoltiamo a destra, procedendo per circa 50 metri, poi al semaforo svoltiamo a sinistra imboccando via borgo pezzana.
Si tratta di una via, chiusa in seguito all’apertura del centro commerciale Auchan il quale si trova in via don Tosatto, cioè esattamente alla fine di via borgo Pezzana.
Tale strada presenta all’inizio, una bella barchessa di villa (?), poi sempre sulla sinistra procedendo in direzione dell’ Auchan, si trovano alcune palazzine di due piani e alcune villette, mentre a destra appena passati sotto al soprappassaggio della tangenziale sulla destra possiamo notare i resti di un vecchio fosso ora cementificato e più in là compaiono i primi campi, che fino a qualche anno fa ricoprivano l’intera zona giungendo fino a Zelarino distante circa 4 chilometri. (FOTO DA CIMG 2778 A FOTO CIMG 2785).
Dalle foto possiamo notare come appaia inesorabile e a tratti angosciante il radicale mutamento del paesaggio: accanto ad alcuni campi ancora seminati se ne trovano altri abbandonati, sullo sfondo si vede in tutta la sua arroganza l’opera di edificazione selvaggia costituita da nuove costruzioni simili a palazzi della Berlino Est: intere zone ricoperte di cemento per parcheggi, nuovi capannoni, sedi di uffici, nuovi monolocali, ecc.
In effetti da via borgo Pezzana possiamo già renderci conto dell’enorme opera di trasformazione perpetrata dall’uomo ai danni del territorio che l’ha sfamato per lunghi secoli e che ore annega nell’asfalto e nel cemento.
Giunti al termine di via borgo Pezzana, ci troviamo innanzi un bivio: procedere dritti in direzione del centro commerciale Auchan, oppure svoltare a destra in direzione di via don Tosatto.
Per ora il nostro percorso procede in direzione di questa seconda opzione, dunque imbocchiamo via don Tosatto, stando molto attenti qualora fossimo in bicicletta a prendere la pista ciclabile collocata sul lato opposto rispetto al quale veniamo, in quanto si tratta di una via a doppia corsia per automobili che sfrecciano molto al di sopra del limite di 50 concesso dal segnale.
Via don Tosatto taglia a metà, parallelamente alla tangenziale, la nuova zona a forte “sviluppo” edilizio, costeggiando il centro commerciale Auchan, il capannone di Norauto, la nuova sede della Brico, e nuovi mostri di cemento ancora da terminare da un lato, e la costruzione polifunzionale sede della ULSS con uffici, supermercati, bar e negozi, dall’altro.
Fermandoci ad ammirare il paesaggio in prossimità del capannone di Norauto possiamo osservare quanto contenuto nelle foto che seguono: da FOTO CIMG 2786 a FOTO CIMG 2792.
Sullo sfondo in direzione Zelarino possiamo notare la sagoma “trapezioidale” che rappresenta realizzazione del complesso del nuovo ospedale di Mestre, mentre tutto attorno il paesaggio dominato dalle gru, presenta profonde modifiche e sbancamenti di ciò che resta dei campi e della cultura contadina che li ha governati per secoli.
Seguendo via don Tosatto, giungiamo ad un rotonda che ci introduce a via don Peron, la strada che conduce ai capannoni dei centri commerciali del Decatholn e Media World.
Oltrepassati questi due ultimi capannoni giungiamo alla fine della strada (via don Tosatto che prosegue in via don Peron, è lunga circa 2 chilometri ed è rettilinea) ad una grande rotatoria che funge da crocicchio per le direzioni del Terraglio svoltando a destra e di Zelarino e Castelfranco a sinistra, imboccando il nuovo sovrappasso Arzeroni.
L’area adiacente ai centri commerciali del Decathlon e Media World è ancora in via di costruzione: vi si trovano i cantieri per il palazzo della Società Autostrade, il complesso dei residence “le due torri”, un nuovo centro commerciale e cinema multisala nonché altri due complessi per uffici ed appartamenti. FOTO CIMG da 2793 a 2821
La zona presenta una viabilità ancora da definire anche se le strade sono già pronte separate dalle nuove decine di rotatorie, dunque si possono ancora vedere da vicino i cantieri e lo sviluppo selvaggio e senza scrupoli di questa edilizia che guarda solo al guadagno fine a se stesso senza nessun tipo di vantaggio per la collettività.
L’ altro itinerario riparte dal bivio che avevamo incontrato alla fine di via borgo Pezzana, e consiste nel procedere lungo la “castellana” (la strada che da Mestre conduce a Castelfranco), lasciando alla nostra destra il centro commerciale Auchan, si attraversa il sottopassaggio ferroviario e immediatamente sulla destra oltrepassato il cantiere della nuova stazione ferroviaria, si vede il cantiere del nuovo ospedale: il più esteso della zona.
Procedendo per la pista ciclabile si può osservare alla nostra destra (in direzione di Zelarino) quanto riportato nelle foto da FOTO CIMG 2822 a FOTO CIMG 2835.
Si giunge quindi alla rotatoria la quale a destra conduce al nuovo sovrappasso Arzeroni, in direzione della recente via Giovanni Paolo II, mentre procedendo dritti si prosegue per la Castellana giungendo a Zelarino.
Da questa prospettiva provengono le foto da FOTO CIMG 2836 a FOTO CIMG 2855.
La zona antistante via Giovanni Paolo II compresa tra il cantiere del nuovo ospedale di Mestre e le prime case del centro abitato di Zelarino, è ancora coltivata e da un’idea di com’era tutta la zona ora in via di costruzione che era compresa tra la tangenziale e Zelarino!
Proprio così! Le nuove concessioni edilizie hanno “spinto” in avanti Mestre quasi ad inglobare il centro abitato distante appena 3,5 chilometri, determinando esattamente quanto avvenuto nel primo dopoguerra per l’abitato di Carpenedo!
Nei prossimi anni anche Zelarino verrà definitivamente inglobato nel mostro mangia terreno di Mestre, mai sazio di spazi, proprio come è avvenuto 50 anni fa per Carpenedo.

Nessun commento: