sabato 3 novembre 2007

Senso di spaesamento

Le foto che seguono sono un estratto di una raccolta fotografica di denuncia dell'uso del suolo spregiudicato ed indiscriminato (che ho curato personalmente e che si trova quasi al completo pubblicata nel sito internet www.storiamestre.it), che aumenta la vulnerabilità sociale nonchè crea un senso di disorientamento rispetto alla percezione del paesaggio delle campagne venete, nelle persone che da decenni vivono ed interirizzano i luoghi, lasciando un senso di vuoto e tristezza interiore ora.
Il prezzo da pagare per il progresso e per un'idea di neoevoluzionismo del benessere, a Mestre da decenni comporta troppi sacrifici che ormai non si traducono che in un costante peggioramento dello spazio che ci circonda, da sempre piegato alla logica di un profitto a tutti i costi..compresi quelli "umani".
Come si fa ad essere "umani" in luoghi così, quando insieme agli edifici nel progetto di un computer, fra verde intenso e cieli tersi troviamo diseganti dalla computer grafica ometti virtuali sorridenti e camminanti nell'area pulita e nitida del nuovo complesso?
La solita differenza di percezione tra "realtà" e "virtualità" oppure tra mondo off-line e mondo on-line?

1 commento:

SingInTime ha detto...

Io credo che la dicotomia su cui concentrarsi non sia "realtà" vs "virtualità" bensì ATTUALITA' vs virtualità.
Lo stesso mondo virtuale è di per se reale, o meglio... un mondo reale in potenza, sarà poi chi lo mette in pratica ad avere la responsabilità di trasformarlo in qualcosa di buono.

Ovvio che se il progetto non è curato come si deve la sua realizzazione non potrà che essere peggiore, ma io non demonizzerei l'uso delle nuove tecnologie per progettare il nostro paesaggio. Al contrario, l'aiuto della macchina può permettere a progettisti competenti di analizzare più variabili, cogliere aspetti del territorio che altrimenti sfuggirebbero, simulare possibili scenari senza dover fare costosi e dannosi tentativi sul campo.

Credo che il problema sia da cercare invece nella poca lungimiranza di molte imprese che investono nell'edilizia, il voler risparmiare ad ogni costo, la scelta di materiali e procedure poco attente agli aspetti ambientali, sociali e culturali per ridurre la spesa e aumentare il profitto. D'altronde l'opinione pubblica in generale, e quella impreditoriale nel particolare, è sempre più preoccupata del contingente e si fa sempre meno scrupoli nel lasciare grosse gatte da pelare alle generazioni future per migliorare il benessere della propria.