E' un appello: non facciamoci "rubare" il lavoro dai giornalisti, un impegno antroplogico deve essere prima di tutto sociale per superare la barriera che ci separa dall'idea che la gente ha di noi: non studiamo solo feste tradizionali e floklore popolare!
Dobbiamo uscire dai ranghi in cui vuole isolarci e confinarci la nostra società!
Io sono per un'antropologia che non può non essere schierata: daccordo sul relativismo culturale, ma non possiamo essere relativisti anche sul fronte etico; il nostro pensiero deve pesare su scelte importanti e non possiamo lasciare tutto in mano ad economisti e ingegneri, bensì lavorare insieme a codeste figure.
So che è una provocazioen in quanto in ambito scientifico abbiamo già dimostrato di pesare ma manca il confronto con la gente che ci sta attorno (parenti, amici e conoscenti).
Credo che dobbaimo riuscire a farci capire: a far capire chi siamo e cosa facciamo, quasi come un' etnografia.. at home!
Concludo il mio intervento facendo una domanda che so susciterà polemiche: considerato che l' Antropologia come scienza sociale nasce nel vecchio mondo, esiste una figura simile associalbile all' antropologo tradotta e interpretata in altre società e culture?
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1 commento:
Caro Giacomo,
complimenti per l'iniziativa.
Vai a nome mio dal prof. F. Vallerani (DPT di Storia), che segue i temi a te cari da geografo antropico militante.
Digli dei nostri comuni progetti. Io aspetto un suo post per Ibrid@menti.
Fammi sapere. E intanto iscriviti al blog e partecipa. Ciao
MG
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